martedì 27 marzo 2018

Progettare in partnership a Sfide – La scuola di tutti

Sabato 24 marzo il laboratorio Progettare in partnership ha fatto tappa a Sfide- La scuola di tutti, nell’ambito di Fa’ la cosa giusta! quindicesima edizione nazionale – Milano.
In un’ora e mezzo di lavoro, abbiamo affrontato le principali questioni relative alla costruzione di progetti collaborativi utilizzando lo strumento di progettazione condivisa Partnership Project Canvas.
Le idee progettuali nascono in un contesto e affrontano problemi. Quali punti di forza e di debolezza esprime il contesto? Quali opportunità emergono? Quali problemi si intendono affrontare? Qual è l’idea alla base del progetto in partnership? In che modo la proposta progettuale può contribuire a risolvere i problemi individuati nel contesto dato?
Non c’è progetto senza partnership, non c’è partnership senza progetto. Quale capitale sociale e relazione è utile attivare per elaborare l’idea progettuale? Quali organizzazioni costituiscono l’ecosistema di progetto e ne garantiscono il funzionamento? Che ruolo giocano nel progetto i diversi stakeholder?
I progetti trasformano l’esistente, si declinano in attività, hanno bisogno di cura. Quali sono gli obiettivi del progetto? Quali sono i cambiamenti attesi? In quali azioni si articola il progetto? In quali attività si sviluppa ciascuna azione? In quali tempi si intendono realizzare le diverse attività? Quale coordinamento e quale governance (assetto di responsabilità) si immagina per il progetto?
I progetti hanno bisogno di visibilità: vanno raccontati, promossi, rendicontati. Come costruire lo storytelling del progetto e la sua comunicazione pubblica? Come presentare e promuovere il progetto per ricercare alleanze e finanziamenti? Quali sono i risultati attesi e quantificabili dell’intervento? Come comunicarli? Come si elabora la scheda progetto?
Attori pubblici, privati e nonprofit promuovono partenariati cross-sector negli ambiti dell’istruzione e formazione, della cultura, delle politiche giovanili, della cittadinanza attiva, dell’uso e della cura dei beni comuni, del lavoro, del welfare.
Le scuole sono attori decisivi di queste reti: sono punto di riferimento per tutti, laboratori di innovazione, piattaforme di economia collaborativa, ricerca sul campo.
Il laboratorio Progettare in partnership è un’opportunità di formazione per condividere idee, sviluppare competenze e sperimentare strumenti finalizzati a mettere a punto e realizzare progetti collaborativi multiattore e trasversali a diversi ambiti.
Il laboratorio Progettare in partnership è uno strumento di costruzione e crescita della comunità professionale dei docenti.
Spazio dedicato, tempo riservato, strumenti disponibili per facilitare il lavoro collaborativo, per confrontarsi, per valorizzare competenze intorno a un oggetto di lavoro definito e realizzabile: il progetto.
Qui si scaricano le slide del laboratorio: Progettare in partnership Sfide 2018.

domenica 18 marzo 2018

Coordinate per la costruzione partecipata del piano di fattibilità di un progetto di sviluppo locale

di Marco Cau e Graziano Maino

In questo contributo documentiamo le coordinate metodologiche di predisposizione del piano partecipato per realizzare un progetto di sviluppo locale. Il piano di realizzazione serve a definire le coordinate operative per intervenire. Si tratta di costruire la prefigurazione analitica del tracciato di lavoro che consente di passare dalla proposta progettuale, descritta nelle sue linee fondamentali in sede di partecipazione ad un bando, ad un insieme di passaggi operativi interconnessi da realizzare secondo una scansione temporale definita. Le proposte progettuali - presentate nell’ambito di bandi e volte ad ottenere finanziamenti - non di rado sono esse stesse esito di un percorso partecipato, tuttavia l’intensità e la circolarità del coinvolgimento degli attori che costituiscono le partnership sono variabili, in ragione di molteplici fattori. Può infatti accadere che l’urgenza, la complessità delle richieste, le sollecitazioni inevitabili alle quali ciascun partner è sottoposto determinino interazioni e coinvolgimenti discontinui nella fase di definizione della proposta progettuale. E spesso accade che tra la presentazione e l’approvazione intercorrano diversi mesi e intervengano diversi cambiamenti. Ma anche in presenza di una qualità ottimale negli apporti iniziali e in condizioni di rapidità di approvazione, resta aperta la questione di come mantenere produttiva l’interdipendenza elaborativa e collaborativa anche nella fase che segue l’assegnazione delle risorse, ed in particolare nel momento in cui il progetto dalla sua impostazione generale deve essere tradotto in obiettivi e sotto-obiettivi, in compiti operativi, in una successione di azioni concrete secondo fasi definite.
Per attivare uno spazio di social design (Pils e Trocchianesi, 2017) che consenta di mettere a punto un piano di realizzazione partecipato, è necessario curare cinque aspetti.
Costituire un gruppo di regia temporaneo, composto da figure competenti, in grado di attivare e coinvolgere soggetti a diverso titolo interessa(n)ti (o interessabili).
Utilizzare modalità e tecniche di facilitazione. Per raccogliere e collegare contributi e proposte, per elaborare il piano di realizzazione sono necessari incontri, interviste e workshop finalizzati a informare, consultare e coinvolgere non solo i partner del progetto, ma anche le organizzazioni della rete, i potenziali alleati, i beneficiari diretti e indiretti, i cittadini. Diverse le tecniche utilizzabili con l’obiettivo di facilitare l’accesso alle informazioni e dare parola ai partecipanti, in un clima accogliente di ascolto e interazione, rendendo così i momenti di confronto produttivi e utili.
Proporre workshop di metodo e di approfondimento guidati per fornire informazioni, dare spazio a osservazioni (anche dissenzienti), favorire il confronto fra gli interlocutori, raccogliere elementi utili alla definizione del piano di realizzazione.
Elaborare l’immagine coordinata del progetto per far conoscere e valorizzare coinvolgimenti, azioni e risultati.
Redigere il piano di realizzazione grazie ai suggerimenti raccolti, le idee prospettate negli incontri, i contributi emersi dai workshop.

Leggi tutto il post su Quaderni di Economia Sociale 02/18 (pagg. 19-22).