giovedì 24 novembre 2016

Spunti per progettare in partnership

di Marco Cau e Graziano Maino


In questo breve contributo proviamo a considerare la duplice accezione del termine progetto nel favorire la costruzione, la tenuta e l’operatività delle partnership fra attori che provengono da ambiti culturali differenti (cross-sector partnership). Le riflessioni che proponiamo prendono le mosse dalle ricerche di Jean-Pierre Boutinet, che in successivi contributi (1993, 2005, 2012, 2013) ha indagato il diffondersi del lavoro per progetti nelle pratiche quotidiane, sociali e produttive, segnalando come i progetti siano ad un tempo dispositivi psicologici, organizzativi, sociali e culturali che promuovono la capacità di immaginare, di collegare energie ideative e di orientare collaborazioni efficaci. Progetto di vita, progetto educativo, progetto scolastico, progetto di riabilitazione, progetto organizzativo, progetto di sviluppo, progetto di costruzione, progetti per il futuro... nella voce redatta per il Dizionario di Psicosociologia (2005, pp. 228-236), Boutinet mostra come il termine progetto si presenti come un “bene linguistico sballottato qua e là” declinabile in molteplici impieghi: pratici ed esperienziali, riflessivi e di ricerca, operativi e produttive.

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Spunti per progettare in partnership

di Graziano MainoMarco Cau

In questo breve contributo proviamo a considerare la duplice accezione del termine progetto nel favorire la costruzione, la tenuta e l’operatività delle partnership fra attori che provengono da ambiti culturali differenti (cross-sector partnership). Le riflessioni che proponiamo prendono le mosse dalle ricerche di Jean-Pierre Boutinet, che in successivi contributi (1993, 2005, 2012, 2013), ha indagato il diffondersi del lavoro per progetti nelle pratiche quotidiane, sociali e produttive, segnalando come i progetti siano ad un tempo dispositivi psicologici, organizzativi, sociali e culturali che promuovono la capacità di immaginare, di collegare energie ideative e di orientare collaborazioni efficaci. Progetto di vita, progetto educativo, progetto scolastico, progetto di riabilitazione, progetto organizzativo, progetto di sviluppo, progetto di costruzione, progetti per il futuro... nella voce redatta per il Dizionario di Psicosociologia (2005, pp. 228-236), Boutinet mostra come il termine progetto si presenti come un “bene linguistico sballottato qua e là” declinabile in molteplici impieghi: pratici ed esperienziali, riflessivi e di ricerca, operativi e produttive.

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lunedì 10 ottobre 2016

Periferie al centro | Working Paper

Il working paper è pubblicato da Percorsi di Secondo Welfare e si scarica qui.

Questo l'abstract.
Tra il 2013 e il 2016, in un rione dell’estrema periferia Ovest di Pavia, un progetto per promuovere legami comunitari è stato occasione per attivare una inedita collaborazione tra cittadini, organizzazioni, imprese sociali e Comune finalizzata a rifunzionalizzare e recuperare all’uso positivo spazi e luoghi degradati o sottoutilizzati, e a dare vita a eventi effimeri per sostenere una nuova immagine del quartiere.
L’iniziativa, che si è avvalsa di strumenti e metodi tipici dell’azione locale partecipata, può essere riletta come un efficace modello di intervento da applicare in contesti analoghi: quartieri periferici delle città italiane di provincia che, pur densi di criticità e debolezze, esprimono vivacità e dispiegano potenzialità inaspettate.
Il lavoro svolto a Pavia è solo uno dei numerosi esempi di interventi che stanno ridefinendo le periferie come luoghi di innovazione e sperimentazione: ecosistemi dove partnership cross-sector inconsuete fanno germogliare e crescere progetti trasversali agli ambiti del welfare municipale, della rigenerazione urbana, della cura dei beni comuni, dell’educazione, della cultura e del commercio di vicinato.
Progetti che dimostrano come sia possibile rigenerare piccoli ma significativi luoghi pubblici in quartieri periferici (e non solo) per restituire (nuove) identità ai rioni, per contrastare il degrado, l’abbandono e l’isolamento percepiti e/o reali, rendendo protagonisti e corresponsabili gli abitanti. Progetti (anche low cost) nei quali gli abitanti diventano ideatori e attori di iniziative per migliorare gli spazi: sia feste ed eventi, sia interventi di recupero e restyling. Progetti che danno vita a visibili azioni collettive di cambiamento, facendo leva sulla volontà di partecipazione e impegno espressa da cittadini e organizzazioni e contestualmente sulla presenza di luoghi pubblici di grande potenzialità ma abbandonati, sottoutilizzati, male utilizzati.
Questo working paper ripercorre la recente esperienza pavese presentandone un’analisi e una rilettura, restituendo un resoconto puntuale delle pratiche e degli strumenti utilizzati, proponendo un modello di sintesi (adattabile e adottabile alla rigenerazione partecipata di luoghi outdoor - parco giochi, giardino pubblico, parco urbano, campo da calcio/basket, percorso vita, orto urbano, cortile scolastico, aiuola...) e suggerendo ambiti di applicazione.

sabato 17 settembre 2016

Imprenditivi e proattivi

A Casorate Primo, Torrevecchia Pia e Giussago (Pavia), nell'ambito dell'iniziativa Dire, Fare, Lavorare - Il cantiere delle idee, Pares organizza un laboratorio pratico per giovani tra i 18 e i 35 anni.

Imprenditivi e proattivi | idee, strumenti e competenze per entrare e stare nel mercato del lavoro.


L’ecosistema, la persona e gli altri: come individuare le proprie competenze, come farle emergere, come valorizzarle; come alimentare il proprio capitale relazionale e sociale.
Come costruire il proprio progetto e percorso professionale il profilo pubblico: il personal branding, i social network e il curriculum vitae per promuovere la propria professionalità.
Le opportunità in Italia e in Europa: sharing economy, coworking, colab, fablab, reti professionali e nuovi modi di lavorare (e di crearsi un’occupazione); garanzia giovani, servizio civile, servizio volontario europeo, scambi, borse di studio, stage, tipologie di rapporti di lavoro.

Il laboratorio sarà adattato ai profili e alle esigenze dei partecipanti.


Sono sempre previsti:

> idee per rompere il ghiaccio (un minimo di inquadramento teorico);
> confronto a partire dalle esperienze (mettiamoci in gioco);
> strumenti operativi (da utilizzare concretamente, in gruppi di lavoro e in modalità project work).

Calendario

Casorate Primo: 23/9; 30/9; 7/10 - dalle 17 alle 21
Torrevecchia Pia: 14/10; 21/10; 28/10 - dalle 17 alle 21
Giussago: 11/11; 18/11; 25/11 - dalle 17 alle 21

Iscrizioni

info@direfarelavorare.it
0382-6780223

venerdì 29 luglio 2016

Strumenti per progettare: il kit da scarica gratis

Di Marco Cau e Graziano Maino

Come affrontare i problemi che investono le comunità? Come rispondere alle preoccupazioni delle persone che in quelle comunità ripongono le loro speranze? Come costruire spazi di interazione tra soggetti che si assumono la responsabilità di agire per affrontare le questioni emergenti?


Collaborazioni inedite tra associazioni di volontariato, enti pubblici, imprese e altre organizzazioni possono promuovere risposte concrete, in grado di produrre trasformazioni e innovazioni significative, sviluppando progetti cross-sector trasversali ai settori sociale, culturale, ambientale, turistico, di rigenerazione urbana, di gestione dei beni comuni, di sviluppo locale.


Non Profit Network - CSV Trentino ha realizzato Strumenti per progettare, un kit per agevolare la costruzione di progetti collaborativi e cross-sector. Cinque fascicoli e un itinerario per co-progettare in cinque grandi tappe: Esplora!, Collabora!, Metti a fuoco!, Trova le energie!, Comunica!

Il kit contiene

01 – Miniguida Pratica
Percorso per progettare in partnership
Di Marco Cau e Graziano Maino

02 – Cassetta degli Attrezzi
Strumenti per progettare in partnership
Di Marco Cau e Graziano Maino

03 – Partnership Project Canvas
Tela per progettare in partnership
Di Marco Cau e Graziano Maino

04 – Partnership Project Canvas
(Quasi) istruzioni per l’uso
Di Marco Cau e Graziano Maino

05 – Le so tutte!
Guida alla progettazione di percorsi di formazione
Di Stefano Radaelli e Marcello Cappellina

Il kit Strumenti per progettare si scarica qui.

Percorsi di secondo welfare ne ha parlato qui.

giovedì 28 luglio 2016

Rigenerare spazi nelle periferie: un modello di intervento


Tra il 2013 e il 2016, in un rione dell’estrema periferia ovest di Pavia, un progetto per promuovere legami comunitari è stato occasione per attivare una inedita collaborazione tra cittadini, organizzazioni, imprese sociali e Comune finalizzata a rifunzionalizzare e recuperare all’uso positivo spazi degradati o sottoutilizzati, e a dare vita a eventi effimeri per sostenere una nuova immagine del quartiere. 

L’iniziativa, denominata Qualcosa di Nuovo sul Fronte Occidentale - realizzata dalla cooperativa sociale Centro Servizi Formazione grazia al finanziamento di Fondazione Cariplo - si è avvalsa di strumenti e metodi tipici dell’azione locale partecipata e può essere riletta come un efficace modello di intervento da applicare in contesti analoghi: quartieri periferici delle città italiane di provincia che, pur densi di criticità e debolezze, esprimono vivacità e dispiegano potenzialità inaspettate.

Il lavoro svolto a Pavia è solo uno dei numerosi interventi che stanno ridefinendo le periferie come luoghi di innovazione e sperimentazione: ecosistemi dove partnership cross-sector inconsuete fanno germogliare e crescere progetti trasversali agli ambiti del welfare municipale, della rigenerazione urbana, della cura dei beni comuni, dell’educazione, della cultura e del commercio di vicinato. Quella realizzata, infatti, è un’esperienza di azione locale partecipata che dimostra come sia possibile rigenerare piccoli ma significativi luoghi pubblici in quartieri periferici (e non solo) per restituire (nuove) identità ai rioni, per contrastare il degrado, l'abbandono e l'isolamento percepiti e/o reali, rendendo protagonisti e corresponsabili gli abitanti.

Si tratta di progetti (anche low cost) nei quali gli abitanti diventano ideatori e attori di iniziative per migliorare gli spazi - feste, eventi, interventi di recupero e restyling - e che danno vita a visibili azioni collettive di cambiamento facendo leva sulla volontà di partecipazione e impegno espressa da cittadini e organizzazioni e contestualmente sulla presenza di luoghi pubblici di grande potenzialità ma abbandonati, sotto utilizzati o male utilizzati.
Di seguito propongo un modello di intervento semplice, adottabile e adattabile.

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mercoledì 6 luglio 2016

Progettare in partnership cross-sector: un kit per agevolare il processo

Un itinerario di co-progettazione in cinque tappe per coinvolgere soggetti non profit, pubblici e privati che vogliono sostenere le proprie comunità.
Di Marco Cau, Graziano Maino, Mirella Maturo

Come affrontare i problemi che investono le comunità? Come rispondere alle preoccupazioni delle persone che in quelle comunità ripongono le loro speranze? Come costruire spazi di interazione tra soggetti che si assumono la responsabilità di agire per affrontare le questioni emergenti? Collaborazioni innovative tra organizzazioni di volontariato, enti pubblici, imprese e imprese sociali, altre organizzazioni possono promuovere risposte in grado di produrre trasformazioni significative. E per facilitare il laborioso lavoro di progettazione a più mani, Non Profit Network - CSV Trentino ha messo a punto un kit di strumenti composto da cinque fascicoletti, per costruire progetti cross-sector. Il kit vuole agevolare la costruzione di progetti collaborativi collegando organizzazioni che operano nel settore sociale, culturale, ambientale, di rigenerazione urbana, di gestione dei beni comuni, di sviluppo locale, nel campo del turismo, del lavoro, e in altri ancora. Un itinerario di co-progettazione in cinque grandi tappe: Esplora!, Collabora!, Metti a fuoco!, Trova le energie!, Comunica!, ciascuna tappa composta da tre momenti di approfondimento.

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sabato 11 giugno 2016

Progettare in partnership per i Distretti del commercio




I laboratori Progettare in partnership per costruire azioni locali collaborative, che con Graziano Maino stiamo sviluppando in diversi contesti, si stanno dimostrando interessanti anche per i Distretti urbani del commercio, i Distretti diffusi di rilevanza intercomunale e i Distretti dell'attrattività, organizzazioni che a tutti gli effetti si configurano come partenariati locali in grado di attivare collaborazioni inedite, di favorire cooperazioni non tradizionali, di sostenere la realizzazione di progetti realmente trasformativi.

Contesti sempre più variegati, comunità articolate e nuovi problemi richiedono infatti la ricerca e lo sviluppo di soluzioni originali e innovative.
Gli attori locali - pubblici, privati e non profit - sono chiamati ad agire in partenariati cross-sector, trasversali agli ambiti del commercio, del turismo, della cultura, del welfare municipale, dell’occupazione, della rigenerazione urbana, della cura dei beni comuni.

A Pavia, per conto di PAVIASVILUPPO - CCIAA e in collaborazione con il Distretto Urbano del Commercio è in corso un laboratorio in tre moduli, un’opportunità per sviluppare competenze, acquisire strumenti e sperimentare concretamente metodologie finalizzate a ideare e realizzare progetti collaborativi trasversali a diversi settori.

Moduli

1 Contesto, idea, problema, ecosistema di progetto
Martedì 31 maggio 2016 | Dalle 9.15 alle 12.30

Le idee progettuali nascono in un contesto, si sviluppano in un ecosistema, affrontano problemi, richiedono alleanze.
Nell’ambito del primo modulo verranno affrontate le seguenti questioni. Quali punti di forza e di debolezza esprime il contesto? Quali opportunità emergono? Quali problemi si intendono affrontare?
Qual è l’idea alla base del progetto in partnership? In che modo la proposta progettuale può contribuire a risolvere i problemi individuati? Di quali relazioni formali o informali dispone chi avanza la proposta progettuale? Quali organizzazioni costituiscono l’ecosistema di progetto?


2 Obiettivi, azioni, coordinamento e condivisione delle responsabilità
Giovedì 9 giugno 2016 | Dalle 9.15 alle 12.30

I progetti puntano a obiettivi trasformativi, si declinano in azioni e attività, hanno bisogno di cura e di coordinamento.
Il secondo modulo è dedicato alla messa a fuoco del progetto. Quali sono gli obiettivi trasformativi del progetto? Quali sono i cambiamenti attesi? In quali azioni si articola il progetto? In quali attività si sviluppa ciascuna azione? In quali tempi si intendono realizzare le diverse attività? Quale coordinamento e quale governance (assetto di responsabilità) si immagina per il progetto? Come si compone il gruppo di lavoro di progetto? Quali competenze sono necessarie?


3 Promozione, storytelling, diffusione dei risultati
Mercoledì 15 giugno 2016 | Dalle 9.15 alle 12.30

I progetti hanno bisogno di visibilità: vanno raccontati, comunicati, rendicontati.
Al centro del terzo modulo c’è il tema della comunicazione del progetto, anche finalizzata alla ricerca di alleati e finanziatori.
Come presentare e promuovere il progetto per ricercare alleanze e finanziamenti? Come costruire la comunicazione del progetto e la sua rendicontazione pubblica? Quali sono i risultati attesi e quantificabili dell’intervento? Come comunicarli?


Metodo

Tutti i moduli del laboratorio Progettare in partnership prevedono un minimo di inquadramento teorico, confronto a partire dalle esperienze, strumenti operativi, link utili per approfondire, project work.
Suddivisi in piccoli gruppi di lavoro, i partecipanti delineano abbozzi progettuali, a partire dalle idee di ciascuno.
Si utilizza il Partnership Project Canvas, una grande tela che comprende tutti gli ingredienti costitutivi di un piano di lavoro in partnership. Vengono inoltre resi disponibili altri strumenti per favorire collaborazione efficace nei gruppi di lavoro e per alimentare focus group strutturati e produttivi (vedi il cofanetto Strumenti per progettare).

martedì 5 aprile 2016

Comunità Chiama LAB | Laboratorio gratuito di co-progettazione in partnership

Di Marco Cau e Graziano Maino

Un laboratorio gratuito, divertente, pratico per approfondire il tema della co-progettazione in partnership.

Per tutti.

Ad Arco e a Trento, in due bei posti.

Iscrizioni ancora aperte. Nel parliamo in questo post.

Info e iscrizioni qui. Tweetbook post-produzione qui.


Comunità Chiama


Non Profit Network – Csv Trentino lancia Comunità Chiama, un nuovo bando per sostenere progetti di comunità promossi da associazioni di volontariato in collaborazione con altre organizzazioni del territorio.


Comunità Chiama è una linea di finanziamento pensata da Non Profit Network – Csv Trentino per favorire processi di progettazione partecipata e generare benessere nelle comunità; è una opportunità per finanziare progetti di rete; è un nuovo modo di promuovere processi collaborativi per rispondere a bisogni sociali condivisi; è imparare a fare comunità.


Comunità Chiama LAB


Preparati! Comunità Chiama LAB è un’occasione che Non Profit Network – CSV Trentino offre alle tutti coloro che intendono preparare al meglio la candidatura al bando Comunità Chiama e anche ad altri, non trentini, che intendono approfondire il tema della co-progettazione in un laboratorio breve, gratuito e divertente.


Mettiti alla prova! Comunità Chiama LAB è un laboratorio di progettazione: un’opportunità per sviluppare competenze, acquisire strumenti e sperimentare concretamente metodologie per co-progettare in partnership oltre che un’occasione di approfondimento sugli obiettivi e sugli aspetti tecnici del nuova linea di finanziamento.

Fai un salto! Comunità Chiama LAB sollecita idee progettuali incentrate su nuove forme di partecipazione e volontariato e su iniziative di welfare comunitario per garantire il benessere delle comunità e la coesione sociale.



Metodo di lavoro


Ingredienti. Nell’ambito di Comunità Chiama LAB, verranno focalizzati i diversi ingredienti costitutivi di un progetto collaborativo: il contesto, l’idea, il problema, il capitale sociale, l’ecosistema, gli stakeholder, gli obiettivi, le azioni, il coordinamento, le risorse, i costi, le entrate, lo storytelling, i risultati, la scheda progetto.


Preparazione. Il laboratorio sarà caratterizzato da un approccio divertente e operativo, basato sull’imparare facendo, che consentirà di avere uno sguardo d’insieme su tutti questi ingredienti e di connetterli, favorendo un approccio circolare alla costruzione del progetto, facilitando la progettazione collaborativa, incentivando l’emersione di soluzioni creative.


Specialità. Lavoreremo sulle idee progettuali dei partecipanti, utilizzando tecniche di progettazione efficaci e stimolanti, metodologie per facilitare la collaborazione, strumenti per favorire l’innovazione sociale. Non mancheranno spunti teorici e link di approfondimento.



Programma (in tre moduli)


Comunità Chiama LAB si sviluppa in tre moduli, tra loro connessi, della durata di mezza giornata ciascuno.


Modulo UNO
#Esplora #Intreccia


Le idee progettuali nascono in un contesto, si sviluppano in un ecosistema, richiedono alleanze, affrontano problemi.


Nell’ambito del primo modulo verranno affrontate le seguenti questioni. Quali punti di forza e di debolezza esprimono il territorio e la comunità? Quali opportunità emergono dal contesto? Quali problemi si intendono affrontare?
Qual è l’idea alla base del progetto in partnership? In che modo la proposta progettuale può contribuire a risolvere i problemi individuati?
Di quali relazioni formali o informali dispone chi avanza la proposta progettuale? Chi sono gli stakeholder del progetto? Quali organizzazioni sono interessate d/all’ecosistema di progetto e a che titolo?


Modulo DUE
#Collabora #Metti_a_fuoco


I progetti puntano a obiettivi trasformativi, si declinano in azioni e attività, hanno bisogno di cura e di coordinamento.


Il secondo modulo è dedicato alla messa a fuoco del progetto. Quali sono gli obiettivi trasformativi del progetto? Quali cambiamenti si ricercano? In quali azioni si articola il progetto? In quali attività si sviluppa ciascuna azione? In quali tempi si intendono realizzare le diverse attività? Quale coordinamento e quale governance (assetto di responsabilità) si immagina per il progetto? Come si compone il gruppo di lavoro di progetto (project management community)? Quali competenze e quali sensibilità sono necessarie?


Modulo TRE
#Trova_le_energie  #Comunica


Per realizzare i progetti servono risorse: occorre dunque individuare fonti di finanziamento e per questo i progetti vanno raccontati, comunicati, rendicontati.


Nel corso del terzo modulo poniamo al centro il tema delle energie e delle risorse necessarie per realizzare il progetto. Attraverso quali canali ottenere i finanziamenti necessari? Quale budget per realizzare azioni e attività previste dal progetto? Come quantificare, declinare, organizzare i principali costi dell’iniziativa? Come individuare le entrate?
Come costruire la comunicazione del progetto e la sua rendicontazione sociale? Quali sono i risultati attesi e quantificabili dell’intervento? Come comunicarli?



Perché partecipare?


Per sviluppare le tue competenze nella progettazione partecipata per fare comunità, Non Profit Network – Csv Trentino ti invita a partecipare a una delle due edizioni di Comunità Chiama LAB, che si svolgeranno:


Arco |  Via Caproni Maini, 26/E | presso lo Spazio Giovani di Arco.
venerdì 8 aprile 2016 | dalle 14.00 alle 19.00
sabato 21  maggio 2016 | dalle ore 9.00 alle 18.00


Trento | Parco delle Albere | presso il Muse.
sabato 9 aprile 2016 | dalle ore 9.00 alle ore 18.00
venerdì 20 maggio 2016 dalle ore 14.00 alle ore 19.00



Conduttori


Comunità Chiama Lab sarà animato da Marco Cau e Graziano Maino soci di pares.it.
Marco Cau, agente di sviluppo locale, collabora a progetti multidisciplinari e multiattore per promuovere e valorizzare territori, comunità e imprese. caublog.com | @marco_cau | m.cau@pares.it  
Graziano Maino, consulente e formatore, accompagna processi di innovazione e collaborazione nei gruppi e tra organizzazioni pubbliche, private, nonprofit. mainograz.com | @Mainograz | g.maino@pares.it



Chi può partecipare


Il laboratorio, gratuito, è aperto a tutti e in particolare alle associazioni di volontariato del Trentino e non solo, ai responsabili dei Poli Sociali, ai referenti dei Piani Giovani di Zona, a giovani professionisti, a volontari e cittadini interessati.



Come partecipare


Il laboratorio è gratuito.
Per partecipare è necessario iscriversi online (www.volontariatotrentrentino.it) entro il 7 aprile 2016.
Per saperne di più, visita il sito www.volontariatotrentino.it
Per info scrivi a: progettazione@volontariatotrentino.it

lunedì 4 aprile 2016

Esperienze di rigenerazione partecipata nella periferia di Pavia

“Qualcosa di Nuovo Sul Fronte Occidentale”, un progetto per la coesione sociale

Tra marzo 2013 e marzo 2016, nell’ambito di un progetto finanziato da Fondazione Cariplo, cittadini, organizzazioni sociali, Comune di Pavia e Aler sono stati ideatori e attori di proposte per migliorare il Rione Pelizza, un quartiere periferico della città di Pavia: sia feste ed eventi, sia iniziative per la rigenerazione e l’uso positivo di spazi pubblici.

Il progetto – denominato “Qualcosa di Nuovo sul Fronte Occidentale”, diretto dalla cooperativa sociale Centro Servizi Formazione e condotto da un’articolata rete di imprese sociali e associazioni – ha sviluppato diverse azioni a sostegno della coesione sociale in tutta l’area ovest della città.

In particolare, l’azione in Rione Pelizza è stata orientata alla valorizzazione e rigenerazione di alcuni luoghi pubblici sottoutilizzati o male utilizzati, facendo leva sulla volontà di partecipazione e impegno espressa dagli abitanti e dalle organizzazioni attive in quartiere.
Un modo per costruire un’immagine positiva della zona, per contrastare il degrado e l’isolamento percepiti, per rendere protagonisti e corresponsabili gli abitanti, per sostenere sinergie tra il quartiere e il resto della città. Un lavoro che ha consentito ai cittadini di diventare protagonisti di progetti per il quartiere: eventi effimeri e programmi di rigenerazione e d’uso di beni comuni (parco giochi, campo da calcio, biblioteca, spazi polifunzionali).

[Leggi tutto l'articolo su "Labsus"].

venerdì 11 marzo 2016

Come nasce e si sviluppa una Rete di scuole per la didattica digitale

di Marco Cau, Stefania Fecchio, Marzio Rivera, Alberto Panzarasa

Il post completo da cui è tratto il seguente brano è stato pubblicato qui, sul sito "percorsi di secondo welfare".

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Il 27 ottobre 2015, il Miur ha presentato il Piano Nazionale per la Scuola Digitale, un documento di indirizzo “per il lancio di una strategia complessiva di innovazione della scuola italiana e per un nuovo posizionamento del suo sistema educativo nell’era digitale”. Il Piano è un “pilastro fondamentale” della Legge 107/2015 (“Buona Scuola”), ha valenza pluriennale e intende sistematizzare l’impiego “di più fonti di risorse a favore dell’innovazione digitale, a partire dai Fondi Strutturali Europei (PON Istruzione 2014-2020) e dai fondi della Legge 107/2015”. Le azioni previste si articolano in quattro ambiti fondamentali (strumenti; competenze e contenuti; formazione; accompagnamento) e in trentacinque azioni operative, con l’obiettivo di favorire/costruire/incentivare: accesso e connettività; spazi e ambienti per l’apprendimento; amministrazione e identità digitale; competenze degli studenti; contenuti digitali; formazione del personale; integrazioni tra scuola digitale, impresa e lavoro.

Su questi temi gli istituti scolastici italiani non sono all’anno zero. Anzi. A partire dal 2008, con il sostegno del Miur, sono stati realizzati diversi progetti che hanno contribuito a sedimentare un significativo patrimonio di competenze e strumenti e che hanno prodotto e diffuso modelli replicabili e sostenibili. A sua volta, l'Indire raccoglie e sistematizza le numerose esperienze di innovazione didattica realizzate nelle scuole.

[...]

In provincia di Pavia, dal 2012, due reti informali di scuole sono attive sui temi della didattica digitale: operando in modo coordinato, hanno sviluppato, grazie a risorse messe a disposizione tramite bando da Regione Lombardia, iniziative di formazione e di confronto professionale rivolte ai docenti di oltre trentacinque istituti ed enti di formazione, con il risultato di creare una importante sinergia tra scuole pubbliche appartenenti a diversi cicli del percorso scolastico ed enti di formazione professionale regionali.

La rete di scuole PAVIALEARNING 2.0 (capofila l’ODPF Istituto Santachiara di Voghera) è nata per rispondere ai bisogni formativi legati all’adozione, nelle scuole, dei nuovi strumenti digitali e delle nuove metodologie didattiche ad essi connesse e per costruire e rafforzare una comunità professionale di insegnanti ed esperti. Tra il 2012 e il 2015, nell’ambito di diversi progetti, sono stati coinvolti sedici istituti ed enti di formazione e sono stati realizzati trentacinque moduli formativi, che hanno visto la partecipazione di circa settecento partecipanti e attivato una comunità professionale di una trentina di esperti formatori.

La rete di istituti DIDATTICADUEPUNTOZERO (capofila l’Istituto Comprensivo di via Botto di Vigevano), coinvolge venti scuole di diverso ordine e grado, sostenendo in questo modo uno scambio di conoscenze e competenze che favorisce la costruzione di un curricolo verticale. La rete incentiva inoltre lo scambio multidisciplinare, coinvolgendo i docenti delle scuole aderenti sia nella fase di progettazione, sia in quella di erogazione della formazione.

L’esperienza delle due reti deriva dall’introduzione nelle scuole, dal 2010, di nuovi strumenti didattici e metodi di insegnamento ad essi collegati: lavagne interattive multimediali, netbook e tablet, piattafome e-learning e e-book stavano - in quel periodo - entrando nelle classi, anche grazie a finanziamenti statali e regionali, che ne avevano incentivato l’adozione.

[Leggi tutto l'articolo su "percorsi di secondo welfare"].

mercoledì 2 marzo 2016

Collaborare e comunicare nella scuola attraverso lo sviluppo delle competenze digitali

di Luciano Barrilà, Marco Cau e Graziano Maino

Il post completo da cui è tratto il seguente brano è stato pubblicato qui, sul sito "percorsi di secondo welfare".




Il metodo
Per cambiare le modalità organizzative, lavorare con stile collaborativo, comunicare i propri progetti e servizi, attivare alleanze tra istituti, promuovere collaborazioni con altre organizzazioni pubbliche e private, è decisivo introdurre e utilizzare con competenza gli strumenti digitali.
Con le modalità workshop e project work, abbiamo sperimentato la realizzazione di laboratori di formazione-intervento finalizzati ad accrescere le competenze digitali dei gruppi di lavoro, nella piena consapevolezza che le tecnologie vadano ormai considerate una componente fondamentale della cassetta degli attrezzi di ogni organizzazione. Un'organizzazione che collabora con altre organizzazioni, oggi, non può esimersi da fare affidamento su gruppi di project management che padroneggino strumenti digitali per la comunicazione veloce, per la condivisione di documenti, per il lavoro a distanza, per la scrittura collaborativa a più mani.
Tenendo conto, di volta in volta, dei diversi contesti, abbiamo elaborato proposte modulari, costruite attingendo liberamente da un catalogo di strumenti che, nella nostra esperienza, si sono rivelati i più utili e curati. Inoltre, abbiamo utilizzato i medesimi strumenti per arricchire la prima esperienza descritta (il laboratorio Progettare in partnership). Con particolare riferimento alle scuole, è bene sottolineare che gli strumenti descritti sono utili, oltre che per il lavoro collaborativo tra colleghi e con operatori di altre organizzazioni, anche per il lavoro con gli alunni.

Il catalogo
I criteri seguiti per costruire il catalogo sono stati da una parte la gratuità degli strumenti, dall’altra la disponibilità di versioni mobile. Di seguito una descrizione degli strumenti digitali censiti, utili secondo noi alle organizzazioni che intendono attivare competenze di project management, con una indicazione delle principali potenzialità e delle criticità.

Leggi tutto il catalogo su "percorsi di secondo welfare".

mercoledì 24 febbraio 2016

Scuole che progettano in partnership



di Luciano Barrilà, Marco Cau e Graziano Maino

Il post completo da cui è tratto il seguente brano è stato pubblicato qui, sul sito "percorsi di secondo welfare".

[...]

Non è una formazione (solo) teorica: lavoriamo soprattutto in modalità workshop e project work.
Ogni modulo prevede sempre: idee per rompere il ghiaccio (forniamo un minimo di inquadramento teorico sugli argomenti a tema); confronto a partire dalle esperienze dei partecipanti (chiediamo a tutti di mettersi in gioco, condividendo le pratiche realizzate); strumenti operativi (da utilizzare concretamente, in gruppi di lavoro, con l’obiettivo di delineare e abbozzare - già nell’ambito del laboratorio - progetti concreti e realizzabili).

Di seguito le coordinate di metodo che guidano il percorso di formazione-intervento:

- sperimentiamo l’uso di strumenti e sviluppiamo competenze per la progettazione che sono immediatamente riutilizzabili e spendibili nel contesto scolastico;
- prendiamo spunto da questioni poste dai partecipanti e lavoriamo allo sviluppo di progetti concreti, proposti nel laboratorio, e realizzabili nelle scuole e nei contesti di riferimento;
- alterniamo momenti di inquadramento teorico ad altri di confronto, sperimentazione, esercitazione pratica, mettendo a disposizione strumenti di progettazione semplici ed efficaci;
- abbiamo cura di proporre momenti riflessivi: sia introduttivi, per porsi le giuste questioni, offrire elementi teorici e co-costruire quadri concettuali utili a entrare nel vivo degli argomenti; sia conclusivi, per ricapitolare, fare il punto, tenere la rotta, non lasciarsi sfuggire le idee che via via emergono dalle sessioni formative, anche con il contributo dei partecipanti;
- accompagniamo lo svolgimento del laboratorio con strumenti per l’approfondimento, l’interazione e la co-produzione online: post e link per anticipare argomenti o riprendere riflessioni scaturite dal lavoro collettivo, documentazioni live rintracciabili su Twitter e Facebook, documenti di lavoro condivise in cloud;
- favoriamo il fatto che l’esperienza del laboratorio sia occasione di conoscenza tra i partecipanti, base per lo sviluppo di collaborazioni, reti, partenariati progettuali.

[Leggi tutto l'articolo su "percorsi di secondo welfare"].

domenica 14 febbraio 2016

La scuola come bene comune

http://www.secondowelfare.it/privati/investimenti-nel-sociale/la-scuola-come-bene-comune.html

di Luciano Barrilà, Marco Cau e Graziano Maino


Il post completo da cui sono tratti i seguenti brani è stato pubblicato qui, sul sito "percorsi di secondo welfare".


[...]
La scuola è già cambiata
La scuola sta cambiando? La scuola cambia? No, la scuola è già cambiata.
Non si tratta solo delle modifiche introdotte dalla Legge 107/2015 (“Buona Scuola”) o dalle indicazioni del Piano Nazionale Scuola Digitale. I cambiamenti nella e della scuola sono già in corso e sono strettamente connessi alle grandi trasformazioni che stanno interessando in questi anni la società nel suo complesso: la diffusione di massa delle tecnonologie, degli strumenti e delle forme della comunicazione digitale; la trasformazione del mercato del lavoro che prevede per le nuove generazioni percorsi di carriera più fluidi e imprevedibili; i diversi impatti della crisi economica che ha modificato percezioni e condizioni di vita, stili di consumo, strutture familiari, approcci al sistema educativo, prospettive dei giovani, mobilità delle classi sociali.

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La scuola è un punto di riferimento per tutti
L’iniziativa Scuole Aperte (progetto promosso dal Ministero dell'Istruzione in collaborazione con ANCI e VITA), è un primo grande catalogo dinamico a testimonianza di questo rinnovato protagonismo del sistema educativo italiano. Scuole Aperte si presenta così: «Le 43mila scuole italiane - prese tutte insieme - sono la più grande infrastruttura sociale del nostro Paese. Le scuole sono dappertutto e dappertutto accolgono la sfida della trasmissione del sapere, dell’educazione, dell’incontro tra generazioni, del confronto fra culture e linguaggi. Nulla più della scuola è il bene comune di questo Paese».

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La scuola è un ecosistema per l'innovazione
Le scuole sono chiamate a costruire ecosistemi che favoriscano la voglia di fare, di sperimentare, di appassionarsi al nuovo; anche in questo caso, aprendosi ad altri attori: favorendo lo sviluppo di “partenariati per obiettivi” con imprese, fondazioni e altri partner privati, con i quali sviluppare una o più finalità specifiche (promozione di nuovi ambienti di apprendimento attraverso le tecnologie digitali, costruzione di laboratori per la creatività, sviluppo di metodologie didattiche innovative, esperienze di alternanza scuola-lavoro qualificanti, soluzioni per la digitalizzazione dell’amministrazione scolastica o della didattica...).

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La scuola digitale
Anche al di là dei programmi promossi e finanziati del Miur, molti istituti, spesso in collaborazione tra loro, hanno dato vita a significative sperimentazioni, sostenute dalle Regioni o da imprese e fondazioni private. La “scuola digitale” si è già sviluppata: grazie all’iniziativa di reti di scuole formali e informali e di comunità professionali di docenti online e offline, un movimento digitale che è portatore di grande valore innovativo proprio perché nato sul campo, da esperienze bottom-up. Tra gli obiettivi strategici per i prossimi anni, il Miur ha indicato quello della visibilizzazione - anche con il contributo di Regioni, Comuni e Uffici Scolatici Regionali - del grande patrimonio di competenze, strumenti e modelli realizzati nell’ambito di questo movimento, al fine di non disperderle, di valorizzarle, di replicarle.

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La scuola può ampliare l'orizzonte
In partenariato con enti locali, imprese, organizzazioni sociali e culturali, singoli istituti o reti di scuole possono realizzare progetti “aperti”, utili contemporaneamente ai propri alunni e all’intera comunità: spazi museali evoluti, archivi digitali, biblioteche diffuse (per esempio valorizzando il patrimonio documentale e bibliografico di cui molti plessi scolastici dispongono); spazi comuni di studio e di lavoro (realizzando coworking aperti sia a studenti sia a professionisti); fablab e laboratori digitali; ristoranti didattici con attività ristorativa aperta al pubblico; luoghi per lo sport indoor e outdoor (fruibili dagli alunni in orario scolastico e da tutti in qualsiasi altro orario e giorno della settimana); adozione di spazi cittadini abbandonati e/o sotto-utilizzati per la realizzazione di programmi didattici con ricadute sulla collettività (orti urbani, giardini, aiuole, piccoli beni immobili); organizzazioni di eventi simbolici e temporanei (mostre, installazioni urbane, eventi in occasione di ricorrenze).

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Procedere passo dopo passo
Tenere conto dei contesti di riferimento, degli ecosistemi con le loro caratteristiche, è decisivo: in alcune situazioni, proporre (o addirittura imporre) progetti troppo ambiziosi può portare al fallimento frustrante e alla disillusione. L’innovazione non deve essere un dovere, ma un piacere; l’ingiunzione a progettare è paradossale: i progetti, pur avendo bisogno di leader, di trascinatori, di facilitatori, hanno anche bisogno di consenso e radicamento, non possono essere forzati dall’alto. E se anche non è necessaria la piena e consapevole adesione di tutti i componenti di un’organizzazione, è certamente importante operare con il consenso convinto di un buon numero di persone, in grado di svolgere una funzione di esempio e di promozione. Laddove manchi cultura della progettazione, è importante rompere il ghiaccio iniziando a realizzare progetti semplici, puntando a risultati intermedi e a traguardi raggiungibili. Collezionare una serie di iniziative piccole ma di successo, oltre che a “fare squadra” e a consolidare esperienza e competenze, è anche utile a far crescere la reputazione dell’organizzazione nei confronti di possibili partner e finanziatori, creando le condizioni per realizzare progettazioni più ambiziose e strategiche.