venerdì 29 marzo 2013

Territorio come piattaforma dello sviluppo

In un post pubblicato sul suo blog nel maggio 2012, Luca De Biase rifletteva sul territorio come "piattaforma dello sviluppo". Scriveva:
Il territorio è come una rete e una piattaforma sulla quale si sviluppano attività, iniziative, startup. E come ogni piattaforma può essere aperto o chiuso, può avere un effetto frenante o può accelerare lo sviluppo, può essere dominato da pochi grandi poteri o essere competivo e creativo. E così via. Può anche essere modificato, pur con la lentezza che lo contraddistingue, anche in modo radicale.
[...]
Semplificando, si può dire che un indicatore importante è la capacità del territorio di definire una sua prospettiva di sviluppo e di coordinare gli sforzi, anche la competizione, intorno a quella prospettiva. Spesso questo si misura in termini di attrazione di investimenti ed esportazione di prodotti e servizi. Ma il successo ha bisogno anche di elementi meno misurabili perché attiene anche al softpower, all’attrazione di talenti, alla generazione di una visione e alla sua capacità di fascinazione.
In Lomellina collaboro in questi mesi a Giovani e crossmedialità, un progetto di Comune di Vigevano, Comune di Mortara, Comune di Formigine, Consorzio AST e Associazione LUGDucale, con la partecipazione del DIST del Politecnico di Torino e finanziato da Anci e Dipartimento della Gioventù.
L'iniziativa prevede la realizzazione di workshop, contest e altri eventi, all'incrocio tra culture giovanili, creatività digitale, sviluppo del territorio, startup innovative.
Inserito nel percorso di sviluppo condotto in questi anni da Consorzio AST (l'agenzia di sviluppo locale che, dopo la crisi del distretto industriale della calzatura, opera per ridefinire la vocazione del territorio vigevanese) Giovani e crossmedialità è una piccola anteprima di LeoHub, il centro internazionale per la ricerca sulle tecnologie applicate ai beni culturali che avrà sede nel Palazzo Ducale di Vigevano, accanto a uno spazio espositivo permanente su Leonardo da Vinci (a cui lavorano Migliore+Servetto) e a un centro studi vinciano (nell'insieme: Polo multimediale Leonardo da Vinci).
Il tutto nella più ampia cornice di "Leonardo, le acque e il riso" l'iniziativa finanziata da Fondazione Cariplo e Arcus SpA, che si svilupperà nei prossimi tre anni in Lomellina.

venerdì 15 marzo 2013

Tra cambiamenti e continuità



Tra cambiamenti e continuità. Gli avvicendamenti intermedi e apicali nelle organizzazioni (Maggioli, gennaio 2013) è un bel libro curato da Daniela Gatti, Graziano Maino, Anna Omodei (Pares) sul tema delle transizioni, dei passaggi e delle successioni nelle imprese di famiglia, nelle imprese sociali, negli enti pubblici, nelle associazioni, nelle organizzazioni religiose.
Il testo, una raccolta di saggi, è stato presentato lunedì scorso allo Spazio Oberdan (Milano), nel corso di un seminario della Provincia di Milano denso di contenuti e molto partecipato.
Chi vuole approfondire, trova qui la traccia dell'intervento di Graziano Maino.
Di cose ne sono state dette tante. Riporto in modo disordinato, di seguito, qualche mio appunto.
Carmen Primerano (Settore formazione per le professioni del welfare e terzo settore, Provincia di Milano). I cambiamenti meno traumatici sono quelli che prevedono il coinvolgimento ragionato di tutti i soggetti dell'organizzazione. Oggi, cambiamento = riduzione risorse = riduzione quantitativa dei servizi. Ma la qualità? Non è determinata solo dalle risorse economiche. Conta la dotazione personale e professionale degli operatori, che possono governare il cambiamento.
Claudio Minoia (Direttore centrale politiche sociali e cultura della salute, Comune di Milano). Cambiare si può e si deve. Sono stato incaricato dal Comune di Milano in seguito a un significativo cambiamento politico. Forte iato tra politiche annunciate e struttura organizzativa: molta "macchina", organizzazione a canne d'organo, scarsa relazione, poca affettività. Senza cambiamento di senso non ci sono le condizioni per modificare l'unità di offerta. Obiettivi: lavorare sulle comunità professionali; costruire linguaggio comune; condividere visione; cooperazione; figure di facilitatori; innovazione di processo; distribuire informazioni; pensare già ora al "dopo di noi". Si chiede: disponibilità al cambiamento; a imparare; a essere flessibili. Maggior fiducia = maggior responsabilità. Visibilità professionale a chi si impegna. Fiducia basata su merito e impegno. Bassa gerarchia. Lavoro trasversale ai settori.
Luciano Schiavone (Direttore settore formazione per le professioni del welfare e del terzo settore, Provincia di Milano). L'aula non è più il luogo privilegiato della formazione.
Giuseppe Milanese (Ex direttore azienda speciale offerta sociale dei comuni del vimercatese e del trezzese). Come si lascia? E' importante comunicare con chiarezza i tempi del passaggio: periodo non troppo lungo, non troppo breve. Prevedere momenti di lavoro comune con il successore. Incontrare le unità operative con il successore.
Rita Brembilla (Responsabile coordinamento donne e pari opportunità Cisl Lombardia). Abbiamo bisogno di ringiovanire le classi dirigenti di questo paese in tutti gli ambiti: politica, sindacato, imprese... Ringiovanire perché abbiamo bisogno di innovazione.
Paolo Marchioni (Membro del CdA Gruppo Eni). Gli avvicendamenti si possono pianificare. Con metodo e con strumenti.
Ivana Pais (Ricercatrice Università Cattolica e blogger de La Nuvola del Lavoro). Quando una persona "lascia", si perdono non solo le sue competenze ma anche le sue reti e le sue relazioni. (Spesso è "la segretaria", in questo senso, la persona più preziosa di una organizzazione. Il passaggio da "mansioni" a "competenze" c'è stato. Sul passaggio da "mansioni" a "relazioni" occorre ancora lavorare. Oggi, grazie alle reti tecnologiche, le reti sociali "si vedono". Posso mostrare le mie, posso guardare quelle degli altri. Sono venuti meno i confini tra vita privata e vita professionale. Su questo, approcci opposti da parte delle aziende. Esempio, uso email: alcune aziende incoraggiano l'uso della email aziendale da casa; alcune lo vietano.
Sabina Bellione (Presidente Consorzio sociale Light e vicepresidente Legacoop Servizi). Nelle cooperative sociali il ricambio è difficile. Il "vecchio" presidente resta in cooperativa senza svolgere un altro ruolo operativo. Spesso mancano persone all'interno a cui affidare il ricambio: la responsabilità non è un desiderio di tutti. D'altra parte prendere una persona dall'esterno è improbabile, per una cooperativa sociale.
Pierluca Borali (Psicosociologo e consulente per le organizzazioni). Gli avvicendamenti sono opportunità per riannodare i fili, nelle organizzazioni; per aprire un discorso sull'organizzazione. L'importanza del ruolo di coordinamento, che può generare connessioni in termini più ampi rispetto al passato.