venerdì 11 marzo 2016

Come nasce e si sviluppa una Rete di scuole per la didattica digitale

di Marco Cau, Stefania Fecchio, Marzio Rivera, Alberto Panzarasa

Il post completo da cui è tratto il seguente brano è stato pubblicato qui, sul sito "percorsi di secondo welfare".

---

Il 27 ottobre 2015, il Miur ha presentato il Piano Nazionale per la Scuola Digitale, un documento di indirizzo “per il lancio di una strategia complessiva di innovazione della scuola italiana e per un nuovo posizionamento del suo sistema educativo nell’era digitale”. Il Piano è un “pilastro fondamentale” della Legge 107/2015 (“Buona Scuola”), ha valenza pluriennale e intende sistematizzare l’impiego “di più fonti di risorse a favore dell’innovazione digitale, a partire dai Fondi Strutturali Europei (PON Istruzione 2014-2020) e dai fondi della Legge 107/2015”. Le azioni previste si articolano in quattro ambiti fondamentali (strumenti; competenze e contenuti; formazione; accompagnamento) e in trentacinque azioni operative, con l’obiettivo di favorire/costruire/incentivare: accesso e connettività; spazi e ambienti per l’apprendimento; amministrazione e identità digitale; competenze degli studenti; contenuti digitali; formazione del personale; integrazioni tra scuola digitale, impresa e lavoro.

Su questi temi gli istituti scolastici italiani non sono all’anno zero. Anzi. A partire dal 2008, con il sostegno del Miur, sono stati realizzati diversi progetti che hanno contribuito a sedimentare un significativo patrimonio di competenze e strumenti e che hanno prodotto e diffuso modelli replicabili e sostenibili. A sua volta, l'Indire raccoglie e sistematizza le numerose esperienze di innovazione didattica realizzate nelle scuole.

[...]

In provincia di Pavia, dal 2012, due reti informali di scuole sono attive sui temi della didattica digitale: operando in modo coordinato, hanno sviluppato, grazie a risorse messe a disposizione tramite bando da Regione Lombardia, iniziative di formazione e di confronto professionale rivolte ai docenti di oltre trentacinque istituti ed enti di formazione, con il risultato di creare una importante sinergia tra scuole pubbliche appartenenti a diversi cicli del percorso scolastico ed enti di formazione professionale regionali.

La rete di scuole PAVIALEARNING 2.0 (capofila l’ODPF Istituto Santachiara di Voghera) è nata per rispondere ai bisogni formativi legati all’adozione, nelle scuole, dei nuovi strumenti digitali e delle nuove metodologie didattiche ad essi connesse e per costruire e rafforzare una comunità professionale di insegnanti ed esperti. Tra il 2012 e il 2015, nell’ambito di diversi progetti, sono stati coinvolti sedici istituti ed enti di formazione e sono stati realizzati trentacinque moduli formativi, che hanno visto la partecipazione di circa settecento partecipanti e attivato una comunità professionale di una trentina di esperti formatori.

La rete di istituti DIDATTICADUEPUNTOZERO (capofila l’Istituto Comprensivo di via Botto di Vigevano), coinvolge venti scuole di diverso ordine e grado, sostenendo in questo modo uno scambio di conoscenze e competenze che favorisce la costruzione di un curricolo verticale. La rete incentiva inoltre lo scambio multidisciplinare, coinvolgendo i docenti delle scuole aderenti sia nella fase di progettazione, sia in quella di erogazione della formazione.

L’esperienza delle due reti deriva dall’introduzione nelle scuole, dal 2010, di nuovi strumenti didattici e metodi di insegnamento ad essi collegati: lavagne interattive multimediali, netbook e tablet, piattafome e-learning e e-book stavano - in quel periodo - entrando nelle classi, anche grazie a finanziamenti statali e regionali, che ne avevano incentivato l’adozione.

[Leggi tutto l'articolo su "percorsi di secondo welfare"].

mercoledì 2 marzo 2016

Collaborare e comunicare nella scuola attraverso lo sviluppo delle competenze digitali

di Luciano Barrilà, Marco Cau e Graziano Maino

Il post completo da cui è tratto il seguente brano è stato pubblicato qui, sul sito "percorsi di secondo welfare".




Il metodo
Per cambiare le modalità organizzative, lavorare con stile collaborativo, comunicare i propri progetti e servizi, attivare alleanze tra istituti, promuovere collaborazioni con altre organizzazioni pubbliche e private, è decisivo introdurre e utilizzare con competenza gli strumenti digitali.
Con le modalità workshop e project work, abbiamo sperimentato la realizzazione di laboratori di formazione-intervento finalizzati ad accrescere le competenze digitali dei gruppi di lavoro, nella piena consapevolezza che le tecnologie vadano ormai considerate una componente fondamentale della cassetta degli attrezzi di ogni organizzazione. Un'organizzazione che collabora con altre organizzazioni, oggi, non può esimersi da fare affidamento su gruppi di project management che padroneggino strumenti digitali per la comunicazione veloce, per la condivisione di documenti, per il lavoro a distanza, per la scrittura collaborativa a più mani.
Tenendo conto, di volta in volta, dei diversi contesti, abbiamo elaborato proposte modulari, costruite attingendo liberamente da un catalogo di strumenti che, nella nostra esperienza, si sono rivelati i più utili e curati. Inoltre, abbiamo utilizzato i medesimi strumenti per arricchire la prima esperienza descritta (il laboratorio Progettare in partnership). Con particolare riferimento alle scuole, è bene sottolineare che gli strumenti descritti sono utili, oltre che per il lavoro collaborativo tra colleghi e con operatori di altre organizzazioni, anche per il lavoro con gli alunni.

Il catalogo
I criteri seguiti per costruire il catalogo sono stati da una parte la gratuità degli strumenti, dall’altra la disponibilità di versioni mobile. Di seguito una descrizione degli strumenti digitali censiti, utili secondo noi alle organizzazioni che intendono attivare competenze di project management, con una indicazione delle principali potenzialità e delle criticità.

Leggi tutto il catalogo su "percorsi di secondo welfare".