venerdì 27 gennaio 2012

La governance dei progetti complessi e il ruolo degli operatori

La governance di Legami Comunitari* si basa, come avevamo previsto in fase di progettazione, su tre organi:
  • la Cabina di indirizzo e coordinamento (costituita dai sette partner di progetto), che ha compiti di direzione generale e che gestisce le funzioni trasversali di comunicazione e di monitoraggio e valutazione;
  • l'Assemblea di rete (costituita da una serie di attori a vario titolo coinvolti nelle Azioni di progetto), che offre un contributo per una valutazione partecipata delle iniziative realizzate;
  • i Gruppi-Azione, responsabili del coordinamento e della gestione delle Azioni di progetto.
Nel formulario di progetto, la Cabina di indirizzo e coordinamento è indicata, tra l'altro, come il luogo di elaborazione di strategie per evitare che le diverse Azioni si realizzino in modo scollegato le une dalle altre, per contrastare il rischio della frammentazione, per rafforzare l'approccio di sistema che abbiamo inteso dare a Legami Comunitari.

Nel corso della realizzazione del progetto, ci siamo tuttavia accorti che per costruire una forte sinergia tra le diverse Azioni e per favorire un intervento integrato in quartiere, occorreva coinvolgere direttamente gli operatori attivi sul campo.
E' stata quindi istituita una sorta di Assemblea operatori, che si sta riunendo  a cadenza quasi mensile, e che è diventata centrale per fare di Legami Comunitari un vero progetto di sistema.
A cosa serve, dunque, l'Assemblea operatori e perché è raccomandabile prevederla quando si mette a punto la governance di progetti complessi?
  • Serve per integrare gli operatori in una organizzazione (l'organizzazione "progetto") che è distinta e differente dall'organizzazione di appartenenza, quella nella quale ciascuno è inquadrato, anche dal punto di vista salariale. Gli operatori hanno di solito un forte senso di appartenenza alla propria "impresa sociale", per la quale svolgono interventi nell'ambito di più progetti (e di più servizi) e su più territori e comunità: occorre dedicare tempo e cura alla costruzione di senso di appartenenza al progetto.
  • L'Assemblea operatori serve anche per far conoscere il progetto agli operatori. Su questo non bisogna farsi illusioni: gli operatori conoscono i contenuti della propria Azione, quella nell'ambito della quale operano. Ma non conoscono, perlopiù, le attività che si sviluppano nelle altre Azioni.
  • Serve per far conoscere gli operatori tra di loro, per creare relazioni positive, linguaggio comune.
  • Serve per creare sinergie tra le Azioni, per evitare sovrapposizioni, per favorire economie di scala: per dare vita a un vero intervento integrato.
* A proposito di Legami Comunitari - un progetto di coesione sociale in un quartiere periferico di Sesto San Giovanni - avevo già scritto qui.

martedì 10 gennaio 2012

Il giornale murale di Legami Comunitari

Dal luglio 2010, su incarico del Comune di Sesto San Giovanni, lavoro nel gruppo di coordinamento di Legami Comunitari, progetto finanziato da Fondazione Cariplo (capofila Associazione Lavoro e Integrazione), finalizzato a promuove coesione sociale nella Circoscrizione 5 di Sesto San Giovanni, e in particolare nell’area del Contratto di Quartiere “Parco delle Torri – via Marx”.
Insieme a molti cittadini, stiamo creando un museo all’aperto, gestendo laboratori giovanili, avviando un orto condiviso, conducendo incontri con famiglie, realizzando colloqui di sostegno con i ragazzi delle scuole, animando un mercato rurale, decorando panchine letterarie, organizzando feste e merende, pubblicando un giornale murale e altro ancora. Il percorso è documentato qui e qui.

Tra l'altro, mi occupo del coordinamento editoriale, della redazione dei testi e della distribuzione in quartiere del giornale murale del progetto (che esce anche in formato elettronico): un lavoro che svolgo relazionandomi con i partner di progetto e (per quanto riguarda la distribuzione) con i commercianti e i cittadini della Circoscrizione 5 (un centinaio di copie del giornale vengono affisse nei negozi e nei bar del quartiere e agli ingressi dei caseggiati di edilizia residenziale pubblica, il cuore dell'iniziativa di Legami Comunitari).

L'esperienza del giornale murale (che esce da sedici mesi consecutivi con la sola pausa di agosto) ci ha insegnato alcune cose utili:

- il giornale murale alimenta condivisione e consenso intorno alle iniziative e alle attività del progetto ("ma allora è vero che a settembre torna il mercato rurale!");
- la continuità delle uscite è decisiva: crea aspettativa, dà il senso di un progetto che si prende cura del quartiere con serietà e mantenendo le promesse ("ci vediamo il mese prossimo, con altre iniziative" - e poi il mese prossimo il giornale viene consegnato per davvero);
- per gli operatori coinvolti nelle diverse azioni, confrontarsi, ogni mese, sui contenuti da pubblicare è un modo per misurarsi su punti di forza e criticità del progetto, per mettere a fuoco i concreti passi avanti che si sono realizzati ("che cosa, concretamente, realizzo questo mese in quartiere?");
- l'esercizio di comunicare le "cose che si fanno" in modo comprensibile ai cittadini abitua a superare il linguaggio da progettisti e da operatori: un modo di esprimersi troppo spesso autoreferenziale e incomprensibile.