giovedì 31 gennaio 2013

I bandi di Fondazione Cariplo 2013

Ieri e oggi Fondazione Cariplo ha presentato e presenta i suoi bandi 2013.
Nella giornata appena trascorsa, ho seguito gli incontri dedicati ai progetti per l'ambiente e per il sociale.
Rispetto al 2012, molte conferme e qualche novità.

Di seguito, alcuni primi, rapidi appunti sparsi.

Organizzazioni ammissibili
Al consueto elenco, si aggiungono quest'anno le "cooperative che operano nel settore dello spettacolo, dell'informazione e del tempo libero" (paragrafo 3 della riveduta Guida alla presentazione).

Descrizione dettagliata del progetto
Oltre ai tradizionali capitoli (contesto progettuale, obiettivi del progetto, strategia d'intervento, organizzazione richiedente, piano economico dettagliato) la Fondazione chiede di corredare la descrizione del progetto con un "piano di comunicazione" (paragrafo 9 della riveduta Guida alla presentazione).

Progetti per l'ambiente
Fondazione Cariplo conferma i principali strumenti erogativi:
* Scuola 21 (scadenza 5 aprile 2013);
* Costruire comunità sostenibili (scadenza 24 aprile 2013);
* Realizzare la connessione ecologica (scadenza 17 giugno 2013);
* Promuovere il rafforzamento delle organizzazioni nonprofit attive in campo ambientale (scadenza 28 giugno 2013);
e propone una novità:
*Promuovere gli investimenti locali in efficienza energetica ed energie rinnovabili (senza scadenza).
Il bando Salvaguardare gli spazi aperti in ambito urbano e
peri-urbano verrà pubblicato probabilmente a maggio 2013.

Progetti per il sociale (Servizi alla persona)
Fondazione Cariplo propone gli ormai consueti bandi:
* Potenziare le risposte ai bisogni degli anziani e delle loro famiglie (scadenza 29 marzo 2013);
* Diffondere e potenziare l’abitare sociale temporaneo (senza scadenza);
* Favorire lo sviluppo dell’impresa sociale per inserire al lavoro persone in condizione di svantaggio (senza scadenza);
* Promuovere e sostenere reti per l’affido familiare (senza scadenza).
L'area Servizi alla persona - è stato annunciato - sta mettendo a punto nuovi strumenti erogativi: intorno a giugno 2013 verranno pubblicati nuovi bandi, anche con riferimento al mondo giovanile.

lunedì 28 gennaio 2013

Luca De Biase lancia una discussione sul tema della scuola digitale

In un post del 22 gennaio sul suo blog, Luca De Biase scrive alcuni interessanti appunti sul tema della scuola digitale e apre un bel dibattito online.
Molti lettori postano commenti.
De Biase li riprende e li sintetizza in un secondo post il 24 gennaio. Che chiude così (corsivi miei):
[...] alla fine quello che conta sono le persone. Verità fondamentale alla quale occorre tornare anche se convince troppo facilmente. E indirizza verso il tema della formazione dei formatori. Che probabilmente a sua volta non è più pensata in modo tradizionale, ma attraverso l’esperienza di coltivare una visione, una progettazione, una verifica empirica e una riflessione sui feedback. Anche gli insegnanti entrano nell’era dell’innovazione da praticare e non più da subire.
E' questa l'impostazione che stiamo cercando di dare, in provincia di Pavia, a Pavialearning 2.0, un piccolo programma di formazione di Santachiara CFP, che stiamo mettendo a punto con il contributo attivo dei docenti delle scuole (prossimo incontro di progettazione partecipata: venerdì 1 febbraio, ore 14.30, presso Istituto Santachiara, Voghera).

Il primo post di Luca De Biase
Il secondo post di Luca De Biase

Vedi anche:
Progettare la formazione con i destinatari: un'esperienza in corso
Sperimentare nuove didattiche nell'era digitale. Vademecum di un progetto sperimentale
Scuola digitale: un'opportunità in provincia di Pavia

domenica 13 gennaio 2013

Un piano d'azione per l'innovazione tecnologica nella scuola

Lo propone Pier Cesare Rivoltella nel suo saggio Innovare con la tecnologia: aspetti di sistema nell'organizzazione-scuola, pubblicato in Media, tecnologie e scuola. Per una nuova Cittadinanza Digitale (a cura di Pierpaolo Limone, Progedit, 2012).
Rivoltella propone azioni concrete su "quattro versanti: formativo, didattico, organizzativo e tecnologico".
La formazione
Con riferimento alla formazione dei docenti all'uso delle nuove tecnologie, occorre trovare un nuovo equilibrio tra il rigido modello dell'ECDL (basato sull'esigenza di certificare le competenze) e quello della verifica sul campo del "saper fare" degli insegnati.
E poi: non si deve ridurre il tema della formazione alle sole "competenze tecnologiche" ma occorre, invece, adottare nella scuola "i linguaggi dell'oggi" garantendo alle culture giovanili "ospitalità nella didattica". Per questo bisogna intervenire, oltre che al livello della conoscenza degli strumenti, anche sul piano della "capacità di riflessione critica sui contenuti" e su quello della "produzione responsabile di messaggi".
La didattica
Quanto alla didattica, occorre lavorare su tre filoni:
- rafforzare la continuità tra apprendimento formale e informale, introducendo a scuola l'uso delle pratiche di social networking, dal momento che oggi, nei contesti di vita, è tramite i media digitali che i giovani realizzano le principali esperienze di apprendimento;    
- ridefinire le pratiche di insegnamento, passando da un approccio didattico individuale a uno basato sulla didattica laboratoriale e da una valutazione incentrata sugli esiti a una che tiene conto anche del processo;
- formare i giovani alla cittadinanza digitale, non confondendo la loro naturalità nell'approccio ai dispositivi con una competenza innata, che invece deve essere costruita.
L'organizzazione
Lo sviluppo del Web 2.0 apre alle scuole (come a tutte le organizzazioni) molte opportunità a buon mercato (in molti casi gratuite) e di semplice utilizzo per organizzare la didattica digitale: blog di classe, ambienti di virtual classroom 2.0, servizi di storage e di condivisione online, job-bank di istituto in Linkedin, marketing formativo attraverso Facebook sono tutti strumenti a portata di mano.
La tecnologia
Le tecnologie del Web 2.0 creano le condizioni per un passaggio dal Virtual Learning Environment (basato su piattaforme "rigide") al Personal Learning Environment, un "aggregatore di risorse web che il singolo utente può sviluppare in maniera personale e del tutto coordinata con i suoi interessi", miscelando strumenti diversi (qui una sperimentazione europea in corso).
Si va verso sistemi sempre meno "istituzionali" e sempre più collegati e connessi agli spazi e ai tempi informali di vita delle persone: una tendenza che favorisce l'uso, in classe, di device "personali" come i tablet o gli smartphone, da agganciare alla rete scolastica e collegare a tastiere e schermi forniti dagli istituti.
***
A Pavia, Istituto Santachiara ha lanciato un programma di formazione sui temi della didattica digitale destinato agli insegnanti delle scuole secondarie superiori della provincia (ne ho scritto qui): crediamo possa offrire un contributo utile nella direzione proposta da Rivoltella.

Vedi anche:
Progettare la formazione con i destinatari: un'esperienza in corso
Sperimentare nuove didattiche nell'era digitale. Vademecum di un progetto sperimentale
Scuola digitale: un'opportunità in provincia di Pavia

Qui il saggio completo di Cesare Rivoltella.

giovedì 3 gennaio 2013

Metodi e obiettivi per un uso efficace dei Fondi comunitari 2014-2020: è online il documento del Ministro Barca

E' online dal 27 dicembre scorso un testo del Ministero per la Coesione territoriale che propone Metodi e obiettivi per un uso efficace dei Fondi comunitari 2014-2020.

Si tratta del Fondo europeo di Sviluppo regionale (FESR), del Fondo Sociale europea (FSE), del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR).

Il documento avvia il confronto pubblico finalizzato alla preparazione, tra il gennaio e la primavera 2013, dell’Accordo di partenariato tra Stato italiano e Commissione europea e dei Programmi operativi relativi a ciascun Fondo: un "confronto partenariale" tra Amministrazioni centrali, Regioni, Enti Locali e soggetti del Partenariato economico e sociale. Contestualmente, il testo del Ministro Barca apre una consultazione pubblica aperta a tutti coloro che intendono fornire contributi (da inviare entro il 15 febbraio all’indirizzo dps.programmazione2014-2020@tesoro.it).

Metodi e obiettivi per un uso efficace dei Fondi comunitari 2014-2020 (scaricabile qui) non entra nel merito dei contenuti dell'Accordo e dei Programmi ma propone un metodo per un utilizzo delle risorse europee e nazionali "più tempestivo ed efficace" di quanto avvenuto per il bilancio europeo 2007-2013", indicando la "necessità di contribuire, con un riscatto della qualità dell’azione pubblica, sia alla ripresa della produttività in tutti i territori, sia a un salto di qualità dei servizi essenziali nel Mezzogiorno".
In particolare il testo individua sette innovazioni generali di metodo, configurando un "sistema di valutazione pubblica aperta".

1. Risultati attesi
Gli obiettivi stabiliti dalla programmazione operativa saranno definiti sotto forma di risultati attesi, da attuare in termini di qualità della vita delle persone e/o di opportunità per le imprese. I risultati attesi saranno misurati da uno o più indicatori di risultato, associati a valori obiettivo. L’esplicitazione e la misurabilità dei risultati attesi consentirà di rendere evidenti le finalità degli interventi, dando la possibilità alle infrastrutture di definire i piani di esercizio, stimolando l'azione degli amministratori, soprattutto fornendo ai cittadini e alle loro organizzazioni un metro per verificare l’azione pubblica e per esercitare la "propria pressione".

2. Azioni
I programmi operativi indicheranno con precisione le azioni che si intendono finanziare: "liste di interventi infrastrutturali con riferimento al loro stato di progettazione; tipologie di servizi da finanziare con i criteri per assegnare i fondi; misure per la concessione di agevolazioni, con l'individuazione ex ante delle procedure e della tempistica per la definizione di bandi/avvisi; progetti complessi di valorizzazione di aree territoriali con l’esplicitazione di modalità innovative di selezione degli interventi più rispondenti ai bisogni territoriali".
Di conseguenza, all’approvazione dei Programmi operativi seguirà la realizzazione di azione già definite e non, come accadeva in passato, l’avvio di un confronto su “cosa effettivamente fare” per dare contenuto concreto a indicazioni ancora vaghe.

3. Tempi previsti e sorvegliati
Le due innovazioni sopra descritte consentono di “prendere sul serio" il rispetto dei tempi di attuazione delle azioni. Per ovviare alla tradizionale scarsa attenzione all'osservanza del timing stabilito (si tratta di uno dei principali mali dell’azione pubblica in Italia, con effetti particolarmente gravi nel caso degli investimenti per lo sviluppo) i nuovi Programmi operativi assoceranno a ogni azione i suoi tempi previsti di attuazione. A questo sistema di previsione corrisponderà un forte sistema centrale di sorveglianza.

4. Apertura
Sulla falsariga del prototipo OpenCoesione, portale sull'attuazione degli investimenti programmati nel ciclo 2007-2013 da Regioni e amministrazioni centrali dello Stato, tutte le informazioni relative all'uso dei Fondi comunitari e ai risultati da essi prodotti saranno rese trasparenti e aperte: "le informazioni verranno rese disponibili secondo formati unificati nazionali, in modo al tempo stesso comprensibile e scaricabile per usi di ogni genere". In questo modo "i cittadini, singoli o organizzati, possano esercitare una pressione sugli amministratori, spronandoli a far bene".

5. Partenariato mobilitato
Il principio europeo del partenariato verrà esteso alla fase discendente della programmazione, coinvolgendo (al disegno dei bandi, in primo luogo) le parti economiche e sociali e tutti i soggetti che dalle azioni sono potenzialmente influenzati o che alle azioni possano dare un contributo di conoscenza. La mobilitazione di tali soggetti sarà soddisfatta indicando in ogni Programma operativo i “centri di competenza” rilevanti e il modo in cui essi saranno coinvolti.

6. Valutazione di impatto
La valutazione non è una novità per i Programmi dei Fondi comunitari, ma nella stagione 2014-2020 gli strumenti di valutazione dovranno essere messi maggiormente al servizio dei portatori di interesse e dei cittadini beneficiari. Inoltre, si darà "centralità e impulso alla valutazione di impatto, ossia alla valutazione del se, in quale misura ed eventualmente per quali soggetti, le azioni adottate abbiano effettivamente effetti per la qualità di vita delle persone e/o le opportunità delle imprese".

7. Forte presidio nazionale
La settima innovazione di metodo fa riferimento a un presidio nazionale rafforzato che preveda: (a) di consolidare la natura non-contrattabile di questi indirizzi generali, che dovranno essere applicati nell’Accordo di partenariato e in ogni Programma operativo; (b) di prevedere la possibilità che il centro lanci, in determinati territori, azioni di co-progettazione strategica territoriale, che partano da analisi e ipotesi elaborate dagli enti territoriali, ritenute utili ma inadeguate, e che si rafforzino con l'apertura ai contributi di soggetti privati e pubblici nazionali o internazionali; (c) di trasformare il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica in una Agenzia, per coordinare e affiancare l’azione delle Amministrazioni nell’attuazione di programmi e interventi con le necessarie  competenze tecniche e flessibilità organizzativa.

Questo post, in versione più articolata, è stato pubblicato anche su Secondo Welfare, qui.