giovedì 6 giugno 2019

Learning Community Canvas. Una mappa per animare comunità di pratica

di Marco Cau e Graziano Maino

Questo contributo presenta uno strumento (canvas) messo a punto per accompagnare l’avvio e il lavoro della comunità di pratica del bando Capitale Naturale di Fondazione Cariplo. Il contributo è articolato in quattro paragrafi: il primo presenta il progetto per il quale il canvas è stato concepito; il  secondo introduce le coordinate generali dei canvas intesi come dispositivi per rendere visibili questioni rilevanti e ingaggiare la partecipazione; il terzo entra nel dettaglio del canvas per sviluppare comunità di apprendimento e di scambio; il quarto sviluppa alcune considerazioni sull’importanza di disporre di strumenti e tecniche per promuovere apporti collaborativi ed elaborativi.

Canvas: dispositivi per promuovere elaborazioni partecipate
I canvas sono strumenti utili per favorire la partecipazione attiva. Il più conosciuto è il Business Model Canvas (il più facile da rintracciare in internet), ma non è l’unico. Tra gli altri si veda ad esempio il Partnership Project Canvas e le relative indicazioni d’uso (Cau e Maino, 2017). Di norma i canvas sono poster rettangolari di dimensioni variabili (in genere intorno a 100 cm di larghezza per 70 cm di altezza). Si presentano come mappe delle questioni da affrontare (focus). A ciascuna questione viene riservato uno spazio, un campo nel quale poter inserire - attraverso l’uso di post-it - considerazioni, spunti, idee (campi ideativi). I canvas esplicitano la loro finalità nel titolo (come si vedrà nel paragrafo successivo, nel caso oggetto del presente contributo, il tema da affrontare è la costituzione di una comunità di pratica e di apprendimento) e possono favorire la messa a fuoco delle questioni da sviluppare attraverso alcune domande di approfondimento (domande attivanti). Nei canvas un ruolo fondamentale viene giocato dallo spazio bianco che invita (e consente a) chi viene coinvolto nella elaborazione collettiva a portare i propri personali contributi.
Il canvas è una tela che incornicia i temi da sviluppare e li rende presenti in una visione d’insieme (prospettiva sinottica). I temi e le questioni proposte per innescare il confronto non sono necessariamente disposti secondo una logica stringente, anche spesso vengono percepiti da chi partecipa alle sessioni di lavoro guidate come ordinati sull’asse alto/basso (temi posti in alto e temi a posti a basamento) e sull’asse sinistra/destra (temi di ingresso o di avvio e temi di uscita). Proprio la non linearità consente di avviare le riflessioni con maggiore libertà (a volte percepita in avvio come disordinata). Una articolazione sequenziale dei temi viene in genere costruita una volta terminato il confronto elaborativo in gruppo per dare ordine ai contenuti sviluppati.
I canvas sono strumenti per favorire la partecipazione, attivare lo scambio di punti di vista, innescare relazioni costruttive e propositive. La visualità sinottica consente di leggere le interdipendenze, di collegare fra loro gli approfondimenti sui diversi temi e di promuovere influenze e connessioni. Si tratta dunque di dispositivi per lavorare in gruppo (benché sia possibile farne un uso individuale), per produrre pensieri, esprimere idee, dare a più punti di vista profondità e favorire il formarsi di idee nuove, stimolando non solo l’approfondimento degli elementi in discussione ma anche la messa in relazione di idee e proposte. I canvas creano uno spazio di visibilizzazione del pensiero di gruppo e rappresentano lo sforzo progressivo che il gruppo compie nel costruire idee condivise (cartografie delle idee e degli scambi nel gruppo coinvolto), orientano e facilitano la discussione fra le persone che si servono dello strumento senza predeterminare una gerarchia di questioni, ma favorendo piuttosto i collegamenti fra contributi e un andare e venire fra le elaborazioni progressive (iteratività). Appendere un poster su una parete consente di produrre scritture collettive e di mettere in scena un rito di partecipazione: i canvas rendono manifesta l’intenzione di coinvolgimento e l’ingaggio rivolto chi partecipa alla produzione di idee e proposte. Per questo si può parlare di dispositivi attivanti la produzione di idee, la messa in circolo di contributi creativi individuali, la socializzazione attraverso la scrittura e la parola (ideazione collettiva). I canvas possono essere utilizzati in più sessioni ripetute, secondo il processo iterativo descritto da Ramirez e Wilkinson (2018).