mercoledì 22 aprile 2020

Radar: uno strumento per mettere in connessione presente e futuro prossimo

Luciano Barrilà, Giulia Bertone, Marco Cau e Graziano Maino (Pares) hanno provato a immaginare uno strumento agile, utile ai gruppi di lavoro e alle organizzazioni, per prefigurare possibili azioni in questi giorni sospesi e in quelli che verranno. Radar è un format partecipativo per mettere in connessione i diversi punti di vista che animano il presente con le prospettive da costruire nel prossimo futuro.

Abbiamo bisogno di un Radar?

Non sono giorni facili, sono giorni di incertezza ricchi di molte domande e di risposte confuse. Possiamo guardare al futuro a partire dalle condizioni attuali? Possiamo farlo nelle nostre organizzazioni attraverso un tracciato di confronto e orientamento? Possiamo allenare la nostra capacità di lettura di criticità, rischi, paure, opportunità? Possiamo costruire scenari possibili attraverso una ricerca condivisa? Abbiamo provato a immaginare un breve percorso per considerare e collegare segnali deboli o intricati e trarne una configurazione per orientarci (Weick e Sutcliffe, 2010).

Il format Radar

Abbiamo messo a punto un format da realizzare online, servendoci di strumenti digitali diversi utilizzati in sessioni in videoconferenza, un percorso organizzato in otto passaggi operativi:
- un incontro di avvio del lavoro (costituzione del gruppo di lavoro e definizione di accordi);
- tre momenti di ricerca collettiva (collaborazione nella raccolta di informazioni condivise);
- tre momenti di incontro di gruppo (idee, confronti, approfondimenti, elaborazioni);
- un passaggio di sintesi delle riflessioni e dei contributi maturati.
La ricerca collettiva è un approccio che intreccia raccolta di informazioni, condivisione ragionata di letture, lavoro individuale e collaborativo. La ricerca collettiva nel format Radar si divide in tre momenti:
- la selezione delle fonti riconosciute affidabili e delle tematiche da seguire;
- l’aggregazione in una griglia di criteri intelligibili per collocare quanto via via si raccoglie;
- l’estrazione di sintetiche informazioni utili.
Gli incontri di gruppo alternano momenti di confronto, approfondimento, elaborazione. Nel format che proponiamo gli incontri di gruppo previsti sono tre:
- un incontro per orientarsi, esprimere e condividere analisi e rappresentazioni personali sullo stato delle cose;
- un incontro per riprendere, articolare, dare forma a ipotesi da mettere in relazione per costruire prospettive plausibili;
- un incontro per ricombinare le idee emerse in scenari aggreganti possibilità, difficoltà, collaborazioni e sviluppi praticabili.
L’ottavo passaggio è la stesura di un documento che sintetizzi l’esito del percorso: il Report di Radar.

L’esito di Radar

Le informazioni raccolte e l’esito di ciascun incontro consentono di produrre appunti, schemi, mappe che sintetizzano i risultati del confronto e che costituiscono una porzione del documento finale, risultato del percorso partecipato: il Report di Radar raccoglie gli esiti delle diverse fasi del lavoro e valorizza i testi sintetici, gli schemi e le mappe. Si tratta di un lavoro di ricerca progettuale che non garantisce previsioni certe ma che mette a confronto in modo dialogico e riflessivo le diverse letture della realtà e prefigura scenari condivisi e possibili prospettive d’azione. Radar favorisce la considerazione di segnali trasformativi e possibilità interdipendenti, che anticipano cambiamenti prossimi venturi (McGonigal, 2020), non evitabili, sui quali lavorare e costruire linee operative. Il format proposto si presenta come un itinerario compatto di ricerca partecipata e produce come risultato un documento utile per la discussione e il coinvolgimento, aperto a integrazioni progressive.

Il kit digitale per Radar

Per sviluppare il percorso Radar vengono utilizzati strumenti per la collaborazione digitale, metodologie per la co-progettazione come Guizzo, Opera, Diamante, Canvas e tecniche per la scrittura a più mani. Si tratta di un kit digitale che mira a facilitare il confronto, la collaborazione, la ricerca partecipata, e permette di condividere idee e produrre collegialmente ipotesi e proposte concrete. Nei momenti di lavoro in gruppo l’attività procede alternando sessioni in plenaria (confronto, condivisione, sintesi) e in sottogruppi (approfondimenti ed elaborazione).

Le fasi di Radar

1. Incontro di avvio del lavoro. L’incontro di avvio del lavoro è finalizzato sia a presentare il percorso Radar e i risultati attesi, sia a fornire le informazioni di base sulle modalità e gli strumenti che verranno utilizzati. L’incontro di avvio serve anche a concordare lo sviluppo del percorso, che alterna tre momenti di lavoro in gruppo (orientarsi, articolare, ricombinare) con tre momenti di ricerca collettiva (selezionare, ordinare, estrarre). In questo passaggio di esordio è importante promuovere un clima che consenta di attivarsi per (provare a) ricercare, leggere, comprendere e orientarsi insieme.
2. Selezione delle informazioni. Questo lavoro accompagna l’intero sviluppo del percorso con l’obiettivo di identificare e condividere fonti informative affidabili (esplicitando i criteri). Si tratta di una ricerca collettiva e collaborativa, progressiva e sistematica, attenta al vaglio delle fonti (articoli, ricerche, libri, video, link) tesa a individuare sia elementi di criticità (utili per considerare/affrontare il presente), sia opportunità su cui poter far affidamento (che aiutino a pensare e a rappresentare il futuro).
3. Orientarsi (in gruppo). L’incontro è indirizzato a esprimere e a condividere analisi e rappresentazioni personali sullo stato delle cose. Alla luce delle considerazioni individuali e sulla base delle letture via via condotte, nel confronto in gruppo si provano a ipotizzare i cambiamenti, i vincoli, le limitazioni, le nuove soluzioni e le nuove possibilità, cercando di motivare le prefigurazioni sulla scorta delle informazioni disponibili. Si tratta di rallentare il flusso di ipotesi per provare a esprimere pensieri in gruppo e a considerarli con minor urgenza e intermittenza. Non è facile fermarsi e dedicare tempo all’ascolto, in particolare in questi giorni dove il tempo sembra essere una risorsa paralizzata dalle preoccupazioni o erosa dalle attività che richiedono un surplus di attenzione. L’incontro si sviluppa prendendo appunti collettivi in diretta ed elaborando mappe e note sintetiche di quanto emerso dalla discussione guidata.
4. Aggregare. Anche questa fase si sviluppa progressivamente, accompagnando la realizzazione del percorso Radar. Si tratta di ordinare le fonti informative (articoli, ricerche, libri, video, link mano a mano raccolti) attraverso la definizione di una griglia che organizzi i contenuti per temi e categorie unificanti. Concretamente, il gruppo di lavoro condivide un documento in cloud nel quale i partecipanti inseriscono di volta in volta le informazioni lette individualmente e ritenute significative. Si può prevedere anche uno spazio per le annotazioni personali che indicano le ragioni per le quali la fonte è ritenuta interessante e/o condivisibile. 
5. Articolare (in gruppo). Le idee espresse e in evoluzione, progressivamente sollecitate e arricchite dalle letture, rendono disponibili al gruppo possibili linee di approfondimento e punti di divergenza. In questa fase lo sforzo richiesto è quello di sviluppare una discussione tesa ad articolare ed approfondire i nuclei tematici identificati. Si tratta di una attività di ricerca e di confronto facilitata dall’uso degli strumenti digitali collaborativi: si prendono appunti a più mani in diretta, si provano ad articolare più mappe, si fissano idee e considerazioni, redigendo brevi testi riassuntivi di quanto emerge dal confronto. Si tratta di guardare più da vicino punti di vista e motivazioni, pensieri e ragionamenti per costituire articolazioni e ipotesi da mettere in relazione. Cambiamenti immaginati come positivi, cambiamenti dagli effetti negativi, cambiamenti inattesi, imprevedibili, impensati vengono scandagliati e riposizionati dentro cornici interpretative.
6. Estrarre dalle lettura informazioni su cui contare. I contributi, i primi dati, le analisi, i video vengono sottoposti ad un processo di cura dei contenuti (content curation) sistematico. Non si tratta solo di segnalare le letture che via via ci hanno colpito o che attirano la nostra attenzione, ma di estrarre da quanto si va raccogliendo gli elementi ritenuti fondamentali. Quindi non solo un elenco di testi linkati alle fonti, ma una vera e propria una sitobibliografia ragionata e commentata, strutturata per rendere agevole la lettura degli altri componenti del gruppo, organizzata per facilitare la condivisione di pensieri e per ampliare il catalogo delle idee ragionate di cui il gruppo può disporre per proseguire il suo lavoro di ricerca, di approfondimento e di confronto orientato.
7. Ricombinare (in gruppo). In questa fase le ricerche individuali e condivise e il lavoro di gruppo vengono ricomposti in una lettura unitaria. Si può decidere di utilizzare un canvas ad hoc, lavorare su metafore significative, o servirsi di uno strumento conosciuto come la Swot analysis per riordinare possibilità (trampolini), difficoltà (colli di bottiglia), rischi (paludi) e opportunità (giacimenti o stargate).
8. Documento di sintesi. In questo ultimo passaggio il gruppo stesso, o alcuni componenti, lavorano alla sistemazione degli appunti, degli schemi, delle mappe, dei semilavorati prodotti durante il percorso al fine di redigere un sintetico documento finale, che raccoglie gli elementi di sintesi frutto della discussione. Viene messo a punto il Report di Radar, un documento utile che diventa patrimonio condiviso dell'organizzazione, base di lavoro per integrazioni progressive, fonte per lo sviluppo di progettualità concrete.

Una possibilità

Radar è una progettazione orientata a considerare gli elementi di contesto (oggi prevalentemente disorientanti, minacciosi, imprevedibili) per cercare insieme vie da percorrere dotate di senso, per non smarrirsi e per non rimanere paralizzati: un tentativo di intraprendere un design del presente in relazione al futuro prefigurabile, a partire dalle diverse possibili configurazioni, dalla ricchezza di scenari, da una serie di proposte/risposte. Radar è uno strumento per condividere analisi e definire orientamenti meno rapsodici e intermittenti, per evitare polarizzazioni e semplificazioni che non aiutano a ragionare, per promuovere invece approcci pragmatici, concreti, fiduciosi/speranzosi. 

Link

Day G.S., Schoemaker P.J.H., Peripheral vision. Come prestare attenzione ai segnali deboli, Isedi, 2008 (2006).
Deaglio M., Il tempo delle incertezze, Carlo Alberto OnAir, 8 apr 2020.
Draghi M., We face a war against coronavirus and must mobilise accordingly, Financial Times, 25 marzo 2020.
Giust-Desprairies F., “Crisi”, in J. Barus-Michel, E. Enriquez e A. Lévy (a cura di), Dizionario di psicosociologia, Cortina, 2005 (2002), pp. 98-107.
Yuval Noah Harari, Il mondo dopo il coronavirus, Internazionale, 7 marzo - 02 aprile 2020, numero 1351, anno 27.
Institute For The Future (IFTF), Equitable Futures Toolkit, 2019.
Leung G., Lockdown Can’t Last Forever. Here’s How to Lift It, The New York Times, 06 aprile 2020
Rheingold H., Perché la rete ci rende intelligenti, Cortina, 2013 (2012).
Weick K.E, Sutcliffe K.M., Governare l'inatteso. Organizzazioni capaci di affrontare le crisi con successo, Cortina, 2010 (2007).